paolo emiliozzi

Consulenze Formazione Didattica

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Pillole dell'università che vorrei

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Nell'università che sogno ci sono docenti che vengono assunti perchè amano l'aula, hanno un interesse nella ricerca sulla didattica, curano il materiale divulgativo come priorità, studiano tutto quello che può aiutare nell'essere esaminatori efficaci, anche se sono nozioni di psicologia, sociologia, sono gratificati da meccanismi di carriera che tengano conto di questa loro specificità.

A questi, naturalmente, dovrebbero essere affiancati ricercatori tecnici, amanti del laboratorio, del confronto con problemi che siano all'avanguardia nell'area industriale di riferimento.

Figure a stretto contatto e, nei migliori e rarissimi casi, condensate nella stessa persona, più frequentemente invece, diverse come attitudine e carattere, ricche e intelligenti al punto tale da utilizzarsi reciprocamente: ad esempio il ricercatore-docente potrebbe seguire le pubblicazioni di quello tecnico, facendosi aiutare da quest'ultimo nello sviluppo dei nuovi ed aggiornati contenuti da aggiungere alle lezioni.

Io naturalmente apparterrei agli amanti dell'aula, quelli che si occupano di divulgare prima ancora che di scoprire. Ma che volete, l'università nel migliore dei casi accoglie a braccia aperte un ottimo ricercatore chiudendo tre occhi sull'eventualità che non riesca a spiegare quel tanto che conosce.

Buon lavoro a tutti quei docenti che almeno per 100 giorni l'anno danno la priorità all'insegnamento ed alla didattica prima che alle pubblicazioni e alle relazioni che gli garantirebbero una carriera migliore. (per capirci l'augurio di "buon lavoro" non va a chi ha le stesse dispense da 15 anni, nonostante gli occhi disperati dei discenti chiedano pietà ogni volta che vengono loro mostrate)

Di buoni docenti ce ne sono un pò, sappiate farveli bastare

 

 

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